LA SIGNORA AQUILONE
Mentre i raggi del sole illuminavano i prati e i bambini del villaggio giocavano felici, una bimba di nome Ada sedeva triste, accanto alla finestra della sua piccola stanza.
Quella finestra era per lei il suo unico rifugio, l’unica vera gioia della sua vita.
I suoi genitori, che in passato erano stati ricchi e potenti, essendosi trovati in difficoltà finanziarie, a causa dei vizi di alcuni componenti della famiglia, avevano deciso di proibire alla piccola Ada di frequentare gli altri bambini del villaggio.
Forse essi erano troppo orgogliosi per accettare il loro stato di difficoltà o più semplicemente erano troppo accecati dall’egoismo, cosa che impediva loro di comprendere i veri valori che danno un senso alla vita. Forse per questo motivo, essi avevano deciso che la loro unica figlia Ada avrebbe dovuto passare le sue giornate in casa a studiare e a dare il suo aiuto nelle faccende domestiche, senza frequentare nessuno al di fuori dei componenti della sua famiglia.
Solo nelle giornate di festa la piccola, insieme ai suoi genitori, poteva uscire da casa a prendere una boccata d’aria per le vie del villaggio.
Il tempo sembrava non passare mai per la bambina che, nonostante la sua condizione, aveva sviluppato un carattere dolce e comprensivo. Mai, infatti, aveva inteso dir nulla ai suoi genitori, a proposito di quella, a dir poco strana decisione.
Sola nella sua tristezza, la piccola dopo aver studiato sedeva vicino alla sua cara finestra e, socchiudendo gli occhi, iniziava a sognare. Sognava di correre per i prati, di inseguire gli scoiattoli nei boschi, di giocare con le sue amichette e di correre dietro a quegli splendidi aquiloni dai mille colori che, dalla sua stanza, vedeva volare tanto in alto nel cielo. Così, sognando, la piccola Ada, dimenticava, per un istante, la tristezza della sua vita grigia e sempre uguale.
Un giorno, però, accadde una cosa incredibile. Mentre la bambina sedeva, come sempre, accanto alla sua finestra, uno degli aquiloni le si avvicinò e, delicatamente, la fece salire sulle sue ali, quindi, sospinto da un vento misterioso, iniziò a portare la bambina sempre più in alto, fino a raggiungere la sommità delle nuvole.
Questo evento straordinario, si ripeté più volte, ad intervalli regolari nel tempo.
Due volte al mese, infatti, il buon aquilone andava a prendere la piccola Ada e la portava lontano dalla sua triste solitudine, nell’azzurro immacolato del cielo. Ada, ormai felice, studiava con sempre più interesse e amore e, al tempo stesso, aspettava con ansia l’arrivo del suo amico aquilone.
Gli anni passarono in fretta e quella bambina, così dolce e solitaria, divenne una brava maestra e mise al mondo degli splendidi bambini che allevò con cura ed affetto e che, naturalmente, lasciò liberi di correre e giocare per i prati.
Una cosa però rimase immutata negli anni: il rapporto tra Ada ed il suo fido aquilone, che, come faceva in passato, due volte al mese, passava a prendere la sua amica e la portava in giro con sé.
A differenza di un tempo, però, la dolce Ada e il suo amico aquilone non andavano più a bighellonare e oziare tra le nuvole.
Essi volavano insieme alla ricerca di bambini poveri e tristi ai quali regalare l’ebbrezza di un magico volo e un pizzico di gioia e di felicità.