Canzoni Racconti e Immagini Poetiche
Ritengo giusto partire in questa mia introduzione da una riflessione del grande Maestro Fabrizio De André, il quale sosteneva che: “I versi di una canzone se letti senza musica danno un po’ l’idea di una mielosa filastrocca e questo perché sono nati come versi per una canzone che è un’arte composita: che senso farebbe togliere tutte le tessere di vetro di colore azzurro da una finestra bizantina? Mi sta benissimo che la canzone venga inserita in un libro o in dei programmi di studio, ma in quanto canzone, e non mutilata di una delle sue strutture portanti, la melodia musicale “.
Questa è la ragione per la quale abbiamo deciso, di comune accordo con la Casa Editrice Patrum, di creare un QR code di collegamento su YouTube per permettere alle persone interessate di ascoltare l’intera canzone composta da testo e melodia musicale. Questo collegamento è stato attivato soltanto per le canzoni che disponevano di una qualità di registrazione sonora adeguata, per le altre sarà disponibile in futuro e ne troverete comunicazione sul mio sito web personale.
Cosa dirvi delle mie canzoni?
Come sempre accade o come forse dovrebbe accadere, esse sono frutto di una ispirazione figlia di un fluire improvviso di energia che attinge al serbatoio dei sogni, del quotidiano, della storia e della memoria. Questi momenti non arrivano a comando bisogna saperli aspettare, anche quando – come nel caso di Berlin, Israel o Mandela – nascono da una reazione, da un impulso irrefrenabile causati da accadimenti figli di una situazione temporale reale.
Il testo di una canzone può rappresentare un moto di rivolta, un sogno oppure un incubo, come nel caso di Anthem, liberamente ispirata alla vita di Claude Robert Eatherly conosciuto da tutti come il pilota di Hiroshima. Il suo aereo, battezzato Straight ed altri due aerei di ricognizione partirono dalla base di Tinian, un’ora prima del più tristemente famoso B-29 Enola Gay, che sganciò la bomba. Eatherly volò sulla città per 15 minuti, durante i quali il vento spazzò via le nuvole. Le condizioni gli parvero allora ideali e trasmise quindi il seguente messaggio in codice all’equipaggio dell’Enola Gay: “Stato del cielo su Kokura coperto. Su Nagasaki coperto. Su Hiroshima sereno, con visibilità dieci miglia sulla quota di tredicimila piedi”. La scelta era fatta, dopodiché si allontanò in fretta come gli fu ordinato. Lui stesso ignorava la potenza dell’ordigno: era infatti convinto che quella fosse una missione come tante altre.
Quante analogie con i giorni che stiamo vivendo oggi!
Negli anni successivi, una lunga sequenza di piccoli reati, finte rapine, assalti a uffici postali, processi e trattamenti psichiatrici fecero da corollario alla sua esistenza e nulla poté restituire Claude Eatherly alla vita sociale, i suoi occhi rimasero per sempre spalancati su un orrore insopportabile.
Ed anche Heroes rappresenta, in tal senso, il mio personale tributo all’orrore e alla vergogna della guerra, di ogni guerra. Mi piacerebbe tanto che coloro i quali avranno l’amabilità di leggerle potessero considerare le mie canzoni come un soffio di vento, che entra dentro lasciando i pensieri in tempesta, esprimendo sentimenti, pensieri e sensazioni e una voglia di riflettere e di interrogarsi sulle tematiche da esse proposte.
Nessuno scritto o canzone potrà mai cambiare il mondo, ma come scriveva Khalil Gibran “La musica è la lingua dello spirito. La sua segreta corrente vibra tra il cuore di chi canta e l’anima di chi ascolta”.
Una menzione a parte meritano naturalmente gli straordinari musicisti, Carlo Caputo (batteria e percussioni), Roberto Caputo (chitarre), Ferdinando Cirolia (fisarmonica e tastiere), Alfredo Mesiano (tastiere e piano), Claudio Saturno (basso). che presenterò a parte, che con le loro creazioni e invenzioni musicali hanno reso possibile la nascita di questi piccoli pezzi di magia.
Gli assoli di batteria, sax, tastiere, fisarmonica e basso che sentirete in Vai, Utopie, Prologue, Mandela, Heroes, Berlin, Protagonisti, Pubblicità, Zardoz, My Freedom ed Anthem, rappresentano dei veri e propri gioielli musicali, uno scrigno melodico che è rimasto inalterato nel tempo in questi lunghi anni.
E poi, last but not least, come non ringraziare Francesco e Pierluigi Pascuzzi per le loro straordinarie immagini poetiche che, in appendice, hanno profondamente valorizzato questo libro regalandogli quell’aurea e quel brivido poetico che ci permette di conoscere meglio noi stessi, di ritrovarci, meditare e riflettere su alcuni passaggi essenziali dell’esistenza quali l’esperienza del vissuto, del presente e l’intuizione del futuro quale condizione ideale per esternare o mitigare il travaglio della propria esistenza sublimandola e consapevolmente rendendola duttile come strumento di comunicazione dello spirito.
Santino Pascuzzi