Interpretare una Canzone

Interpretare una Canzone

Controllare, per esempio, la muscolatura facciale, che dovrebbe essere il mestiere di un attore, è un fatto specifico, è un fatto di mestiere, preciso. Mettere la faccia davanti alle mie canzoni, prima di tutto, mi seccava, perché mi sembrava che le mie canzoni rimanessero dietro la mia faccia, di cui non riuscivo a controllare la muscolatura e, in secondo luogo, il fatto di non riuscire a controllarla mi dava anche questa preoccupazione. Nel senso che io non mi consideravo assolutamente un attore, cioè una persona adatta a fare vedere la faccia in una determinata maniera. Magari, io dico “Dormi sepolto in un campo di grano” e sto ridendo, ma non me ne accorgo, perché non sono abituato ad atteggiarmi a quello che sto dicendo. Perché io l’ho scritta quella canzone lì, non la dovevo recitare. Io non sono capace a recitare. Mi considero, in qualche maniera, uno che riesce a fare anche della musica per accompagnarsi i testi. Mi considero un suonatore di chitarra. Al di là di questo, non vado. Non credo di essere l’interprete ideale delle mie canzoni. Perché, per essere interprete, bisogna essere qualche cosa di diverso. Io non credo di essere un interprete, perché bisognerebbe sempre avere la faccia del momento in cui si è scritto il verso. Del momento in cui lo sentivi. E non è che io scriva i versi davanti allo specchio. Anzi, io non mi piaccio mica tanto”.

Fabrizio De André

 

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